La direttiva case green ha come obiettivo quello di spingere la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi edifici secondo degli standard che consentano un maggior efficientamento energetico.

I passi dettati dalla norma sono:

• gli immobili residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033; si tenga conto che in Italia il 60% degli immobili sono di tipo residenziale e il 74% di questi appartengono a classi inferiori alla D.
• gli altri edifici dovranno raggiungere la classe E a partire dal 2027 e la D dal 2030
• tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2026 per quelli occupati o gestiti da enti pubblici e dal 2028 per tutti gli altri; in merito a questo punto in Italia già dal 1° gennaio 2021 tutti gli edifici nuovi o quelli su cui si interviene con una demolizione e ricostruzione devono essere NZEB
• dal recepimento della direttiva, gli impianti solari diventeranno obbligatori in tutti gli edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali. A seguire, entro il 31 dicembre 2026 scatterà l’obbligo per tutti gli edifici pubblici e non residenziali (non nuovi). Entro il 31 dicembre 2032 l’obbligo scatterà per tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti.
• Gli Stati, dal gennaio 2024, non potranno più offrire incentivi finanziari per l’installazione di caldaie a gas. Saranno però consentiti i sistemi di riscaldamento ibridi e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili.

Deroghe a questi obblighi, valgono per:

• edifici di valore artistico
• edifici con caratteristiche storico-architettoniche
• edifici di culto
• seconde case utilizzate per meno di 4 mesi all’anno
• gli immobili autonomi con una superficie minore di 50 mq.

Le implicazioni della Direttiva sono molteplici.

• Il testo licenziato dal Parlamento europeo non prevede l’obbligo di effettuare lavori edili. Gli eventuali interventi di miglioramento delle prestazioni energetiche riguarderebbero situazioni future, come nel caso in cui sia prevista comunque una ristrutturazione dell’edificio, ma ove subentri un nuovo inquilino o proprietario e spetterà all’acquirente farsene carico (aspetto che finirà per incentivare probabilmente l’acquisto di case a prestazione energetica più elevata). Nel testo però non si fa cenno alcuno a divieti di vendita o di locazione laddove la classe energetica non sia quella prevista dalle norme di legge
• in ambito bancario/creditizio, la direttiva prevede che le banche debbano migliorare l’efficienza energetica degli immobili ipotecati, anche se non ne sono proprietarie e di conseguenza non ne possano imporre la riqualificazione energetica. Ne consegue che le banche saranno necessariamente obbligate a selezionare quali finanziamenti concedere e, gioco forza, saranno orientate verso immobili che hanno migliori performance energetiche, limitando l’accesso al credito per l’acquisto/riqualificazione degli immobili di minore qualità. Non solo, ci sarà anche una svalutazione delle garanzie acquisite per la concessione dei mutui ipotecari e una riduzione del valore di mercato degli edifici

Ecco gli steps da fare per adeguare il proprio immobile, realizzando gradualmente, da qui ai prossimi anni, il salto di classe energetica per non veder svalutare il proprio immobile:

• interventi di isolamento termico che prevedono l’installazione del cappotto termico e la sostituzione degli infiss In questo modo è possibile garantire una minore dispersione del calore all’esterno in inverno e in generale una maggiore protezione dagli agenti atmosferici esterni, sia in estate che nelle stagioni più fredde.
• installazione di impianti per l’autoproduzione di energia elettrica ovvero l’installazione dei pannelli fotovoltaici che permettono di ottimizzare i consumi di energia elettrica
• installazione di sistemi di riscaldamento/raffrescamento che impieghino soluzioni ibride o caldaie con combustibili rinnovabili